“erbadoro” è un nome, ma anche una storia che narra di una stagione passata, con l’uva calda di sole e la natura immobile sotto un cielo terso.
Quando il tempo si muove a passi lenti e i profumi sono nitidi e intensi.

Giocavo con i sassi, con le foglie, con la frutta rubata alle piante dei nonni.
Con l’erba.

Un’erba dal colore insolito, tendente all’arancio, che, all’ora del tramonto, trasformava il grande prato incolto in un enorme mare dorato.

Su quella distesa d’erba, ora c’è un giardino fiorito, dove la mia memoria sente ancora l’odore umido di cantina, il sudore dell’orto e il sapore stucchevole del rosso d’uovo.

Una preziosa collezione di ricordi, tutti racchiusi nell’unica, predominante immagine dell’ ”erbadoro”.

Roberta Ricasoli